Hamburger all’italiana: quanto sta cambiando la nostra dieta?
Diciamoci la verità: è davvero difficile resistere al richiamo di un buon hamburger! Questo panino, nonostante le sue origini umili, è riuscito a diventare molto di più di un semplice pasto veloce, ma una vera e propria icona: le nostre città sono ormai piene di locali dove poter fermarsi per qualche minuto e gustarsi un succulento panino, disponibile in sempre più versioni (persino pensate per i vegetariani!). Ma quanto sta cambiando il nostro modo di mangiare? Vediamo insieme il rapporto degli Italiani con questo famosissimo pasto simbolo per eccellenza del fast food.
Un po’ di storia
Il primo McDonald’s in Italia è stato inaugurato a Roma nella primavera del 1986. Prima di allora, infatti, non era semplice poter trovare un hamburger – classico panino americano – nel nostro Bel Paese. Il successo di questa novità fu tale da convincere molto presto l’azienda statunitense ad aprire altri locali non solo nella capitale ma in tutti i principali centri italiani, creando un’autentica rivoluzione di costume di cui molti Italiani hanno ancora memoria. Pensiamo per esempio ai cosiddetti paninari che, proprio negli anni ’80, diventarono uno dei più curiosi movimenti giovanili di quel periodo. Mangiare all’americana divenne presto un vero e proprio status symbol di internazionalità e prestigio sociale, portando così a un vero e proprio boom del cibo veloce in tutta la penisola.
Gli Italiani amano gli hamburger
Nonostante la forte tradizione di street food del nostro Paese, l’hamburger è riuscito a ricavarsi un posto sicuro nei cuori (e nelle pance) degli Italiani. Recenti studi hanno rivelato che il 97% dei consumatori afferma di mangiare questo tipo di panino regolarmente; un Italiano su tre, inoltre, ha dichiarato di mangiare hamburger tutti i giorni e l’80%, invece, di consumarlo almeno una volta ogni mese.
Tradizione e novità
Ovviamente, il rapporto degli Italiani con il gustoso hamburger non è stato sempre del tutto positivo. Sin dal loro arrivo in Italia, le aziende che proponevano pasti veloci e saporiti come questo panino si sono scontrate sia con le tradizioni culinarie locali che con dei legittimi dubbi in fatto di salute alimentare. Nel primo caso, la risposta è stata, in tempi recenti, tutta italiana: pur mantenendo lo stesso fascino e conservandone sapore e ingredienti, è sempre più comune trovare locali o ristoranti che servono hamburger rivisitati in senso gourmet, ovvero con ingredienti e tecniche di cucina più fedeli alla nostra cultura alimentare e gusti. In altre parole, il panino icona degli anni ’80 si è lentamente trasformato da junk food a un vero e proprio piatto da ristorante, con le conseguenti sicurezze in termini di effetti sulla salute del consumatore.
Hamburger e dieta: è possibile un compromesso?
È sempre bene ricordare che questo gustoso panino ha un contenuto calorico davvero notevole. Con 10 grammi di grassi e più di 250 calorie per ogni 100 grammi, un cheeseburger venduto in una catena come McDonald’s non deve ovviamente diventare un alimento di cui abusare, specie per evitare problemi di salute come aumento di peso, ipertensione e consumo eccessivo di lipidi e zuccheri, entrambi abbondanti in questo tipo di cibo. La chiave, come per qualsiasi altro alimento, resta sempre un consumo moderato e consapevole, magari inserito con attenzione nel più ampio contesto della nostra famosa dieta mediterranea, tra le più bilanciate e salutari al mondo.